La notizia della scomparsa di Bebeto, illustre tecnico brasiliano, ha sollevato il ricordo sportivo della persona. Riceviamo e pubblichiamo da Javier Kantor.
“Se n’è andato Bebeto.
Apprendiamo la notizia con dolore e incredulità. Fa male a tutti, perché lui ha fatto bene a molti.
Ho avuto il piacere di condividere con Bebeto tre bellissimi anni a Parma. Prima con la Maxicono, poi con il Cariparma. Lui alla guida della prima squadra, io allenatore della Junior League e dell’under 18 facevo per la prima squadra lo studio e l’analisi delle squadre avversarie.
Ricordo che nel 1993 quando io mi trovavo nell’ufficio di Aristo Isola (allora D.S. della Maxicono) per firmare il contratto che mi avrebbe legato per cinque anni a quella società, entrò Carlo Magri, allora presidente della Parma Pallavolo e disse ad Aristo: “solo a te viene in mente di mettere un brasiliano e un argentino insieme nello stesso staff tecnico”. Era una battuta ovviamente… ma poi la cosa non andò cosi male, perché la prima squadra quell’anno vinse lo scudetto e dalle squadre giovanili negli anni a venire sono venuti fuori giocatori di valore assoluto, anche campioni d’interesse nazionale.
Perché Bebeto è stato un grande allenatore? Secondo me perché sapeva insegnare e sapeva correggere. Le sue squadre giocavano bene e lui gestiva le partite come un direttore d’orchestra. A volte un cambio lo comprendeva solo lui, ma subito dopo era l’avversario a subirlo. Chi legge queste righe forse non sa che Pasquale Gravina è arrivato da Falconara a Parma come opposto e che Bebeto in seguito lo trasformò nel centralone nazionale che tutti ricordiamo. Forse non tutti sanno che la Maxicono, dopo aver ceduto Renan dal Zoto al Messaggero Ravenna, non ingaggiò nessun altro giocatore, ma Bebeto pescava, a seconda le esigenze di ogni partita, nel vivaio dei migliori giovani che crescevano nella Junior League (Corsano, Botti, Giretto). Certo, gli altri cinque titolari erano Blangè, Carlao, Bracci, Giani e Gravina, ma anche Milano, Ravenna e Treviso erano fortissime. Comunque quello scudetto lo vinse Parma con un under 20 sempre in campo. Fu un vero capolavoro!
Un trionfo contro lo strapotere economico dei grandi gruppi che avevano fatto irruzione nella pallavolo (Berlusconi, Gardini, Benetton).
Bebeto ha avuto sempre un’attenzione particolare nei confronti dei più giovani, tante volte partecipava agli allenamenti delle squadre minori. Provate a immaginare l’emozione di un “under 14” a fare un allenamento con l’allenatore della A1…
Per Bebeto quello era quasi terapeutico, disintossicante direi, insegnare ai più piccoli la tecnica, quella pura e raffinata, quella che ti fa trattare bene la palla.
E lui la palla la trattava bene. Eccome! Abbiamo giocato una quantità infinita di calcetti insieme, sempre nella stessa squadra, perché alla Maxicono si facevano le grandi sfide Nord contro Sud.
Nell’inverno del 1995, al Palazzetto di Parma, si tenne un evento a favore del “Castello dei Diritti”, una struttura in provincia di Reggio Emilia che riceveva bambini orfani di guerra (quella tremenda dei Balcani). Volley e calcetto insieme per ricavare fondi, un gemellaggio fra la Maxicono e il Parma calcio. Palazzetto quasi pieno!!!
Fuori programma ci fu un’esibizione di “futvolley”: Bebeto insieme a Tafarel (portiere campione del mondo col Brasile, che giocava a Parma) hanno sfidato e vinto contro Hernan Crespo e Corsano. Uno spettacolo di bravura, tecnica e fantasia!
Bebeto lasciò Parma perché tutte le avventure, alla fine, hanno una sua conclusione, ma dopo due anni tornò in Italia per guidare la nazionale. Il picco massimo fu il mondiale vinto in Giappone; ironia della sorte, la partita più difficile fu contro il “suo” Brasile.
Bebeto adorava il calcio ma anche lì,era fuori dal clichè. Era fuori dalla dicotomia “Flu – Fla” (Fluminense – Flamengo il derby di Rio). Lui tifava Botafogo. E del Botafogo fu direttore sportivo quando lasciò definitivamente la pallavolo.
Bebeto l’istrionico, quello che animava le cene al ristorante, o a casa sua quando si finiva a notte fonda a ritmo di samba, bevendo una buona caipirinha.
Quanti ricordi, Bebo!
Ci hai lasciato, ma di sicuro ti sei portato dietro una palla. Divertiti ancora.”
Con affetto e riconoscenza. Javier